Il Dono di Babette

12196131_554628101359098_1000163671570032672_n12 dicembre, ore 20:30
13 dicembre, ore 16:30
Uno studio con le parole di Karen Blixen e le musiche di Evard Grieg per raccontare la straordinaria storia di Babette, profuga francese in Norvegia.
Con Laura Mazzi 
Sebastiano Brusco al pianoforte
A cura di
Alessandro Fabrizi
Abbiamo chiesto ad Alessandro Fabrizi di raccontarci qualcosa del suo lavoro.

Kinesfera-  Alessandro, come nasce la tua collaborazione con Laura Mazzi?

Alessandro-  Conosco Laura da molti anni, più di venti ormai… Ci siamo incontrati in un momento iniziale delle nostre storie di teatranti e per molti tratti di strada siamo cresciuti insieme. Abbiamo esplorato testi e territori molto diversi tra loro ma posso dire di aver trovato in lei complicità e comunione di curiosità in una mia passione: quella cioè di render viva la voce del testo narrativo, di scovare le voci che si annidano nel racconto. Questo “work in progress” con la Babette di Karen Blixen è al momento sostanzialmente questo, un’ipotesi di “lettura” di un racconto che abbia poco di letto e molto di pensato, immaginato… Vivo, insomma.

K-  Come si sta sviluppando il pezzo?

A-  La struttura di questa performance – che non credo si possa effettivamente chiamare uno “spettacolo” – è molto semplice. Laura è nello spazio insieme ad un pianista e ci guarda in faccia (a noi del pubblico) e ci racconta questa favola morale, questa storia al tempo stesso semplicissima e piena di sfaccettature. Non mi stanco mai di ascoltarla perché è un capolavoro da cui saltan fuori continuamente nuove immagini e nuovi temi: la condizione di profugo, lo scontro fra culture, e credi, la necessità di creare che ha l’artista, il suo bisogno di dare piacere, il legame che l’artista ambiguamente crea con i suoi stessi nemici, l’amore vissuto in assoluta pienezza pur senza essere mai consumato, cosa è possibile e cosa non è possibile a questo mondo…

K-  Anche con Sebastiano Brusco lavori da tempo?

A-  No, l’incontro con Sebastiano è più recente, ma è in parte grazie alle sue sollecitazioni che ho ripescato Babette (un racconto che leggo due volte l’anno da vent’anni) e gliel’ho proposto per un duo, voce e piano. Lui ha suggerito di ascoltarci un po’ di Grieg e in Grieg effettivamente abbiamo trovato la musica di questa storia, dei paesaggi interiori ed esteriori che emana, che evoca.

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